<< Questa chiesa si trova a metà del colle sulla via che inette al Castello. Fu fabbricata l’anno 1443 dal Municipio di Soave per i Padri Domenicani. Era, scrive il Biancolini, << tant'oltre proceduta, la, fama delle religiose virtù di questi Padri Domenicani, che anche la Comune di Soave nei nostro territorio, si invogliò di aver nella, sua terra questi Religiosi: e perciò fatto ricorso alla Santa Sede, attenne da Eugenia IV con suo breve 29 maggio 1443, di poter fabbricare per essi Padri una chiesa e convento nella detta terra. (Biancolini G. E. Chiese dì Verona II 560, ) Dopo non molti anni questa chiesa fu ampliata ed alzata, come appare da finestre in pietra di bella forma ad arco acuto nella parte esterna verso sera, ed in linea più bassa delle altre, ora otturate. Nella facciata a tramontana sopra la porta maggiore, vi è un protiro sospeso, con due colonnette che portano un arco a tutto sesto, formando una larga nicchia, dentro la quale vi era un affresco; nell'alto la Vergine, e sotto molti santi dell'ordine dei Predicatori: ma questi sono del tutto scomparsi, esposti come sono ai ghiacci di tramontana. Ora si veggono solo le teste di buon disegno, fra le quali, per il simbolico coltello, si distingue quella di S. Pietro Martire veronese. Di sopra alla nicchia vi è un grande finestrone rotondo di bella sagoma: l’incoronamento esterno, che termina colla gronda, è tutto in cotto, stile del quattrocento. Nell' interno vi sono tre lunghe e strette finestre, nella parete di fianco che guarda a occidente, e nella opposta tre cappelle, di S. Lucia, della B. V. del Rosario, e del Cristo moribondo, scolpito in legno. Gli archi di esse sono in tufo a tutto sesto ed i pilastri on rilievo ad arabeschi di fiori, frutti, ed animali, somiglianti a quelli del Palazzo del Consiglio nella Piazza dei Signori in Verona attribuito a Fra Giocondo. Anche questa chiesa si vuole sia stata riedificata con disegno e direzione dello stesso Frate. Questa credenza sarebbe raffermata da quanto ne dice il P. Federici dello stesso Ordine, nel suo Convito Borgiano (ms. nella Biblioteca comunale di Treviso, dove parla del luogo in cui è morto Fra Giocondo. È certissimo che non è morto Giocondo in Verona, e per le ricerche fatte, nemmeno nel Convento di Soave nei colli veronesi tra Verona e Vicenza, del quale fu uno dei primi fondatori et abitatori. -Il Venturi lo credeva morto in questo convento: ma ora sappiamo con certezza ch'egli è morto in Roma il 1° luglio 1515 ottuagenario e più. L'Abate Caliari, nella sua opera « II Monachismo » vuole che sia nato a quanto dice la tradizione a Soave, castello del veronese intorno al 1430. A lato della detta chiesa si innalza ardito il campanile, semplice ma bello colla sua pigna in cotto della forma usata nel XV secolo. Sopra le bifore della cella campanaria vi sono scolpite in tufo le armi del Comune, e dei Conti Cavalli che avranno concorso alla sua erezione, e quella del Capitano Gradenigo, che rappresentava in Soave la Repubblica Veneta. Questo Capitano manca nell'elenco dei Capitani di Soave stampato dal Camuzzoni, ma l'arma sua quivi murata ce lo fa supporre, senza però che si possa conoscere il tempo del suo reggimento. Lo stemma suo è uno scudo colla gradinata che ascende da destra, a basso, e termina, in alto, a sinistra. In questa chiesa, per tre secoli e più, alcune Congregazioni religiose, e diverse famiglie private, aveano il loro sepolcro.>>